Microchip sottopelle: il futuro è davvero qui?

Immagina di pagare il caffè senza tirare fuori né portafoglio né cellulare, ma semplicemente avvicinando la mano al POS. Non è fantascienza: in diversi Paesi, il microchip sottopelle è gi
una realtà. Questi piccoli dispositivi, inseriti sotto la pelle tra il pollice e l’indice, funzionano come una carta di pagamento, oltre a poter memorizzare dati personali e persino sostituire chiavi o badge aziendali.


Ma come funziona?
Il chip sottopelle utilizza la tecnologia NFC (Near Field Communication), la stessa dei pagamenti contactless che facciamo con le carte di credito. Una volta impiantato, permette di
effettuare transazioni avvicinando la mano ai lettori, esattamente come faremmo con una carta.


I vantaggi e le curiosità
Per i fan della tecnologia estrema, il microchip rappresenta un passo in avanti verso un mondo più pratico e “cyber”. Non perdere mai il portafoglio? Fatto. Non dimenticare mai le chiavi?
Check. Ma oltre all’effetto “wow”, ci sono anche dei dubbi, specialmente sulla privacy e sicurezza. Anche se i dati sul chip sono limitati, alcuni si preoccupano dei rischi di hackeraggio
e monitoraggio.


Chi lo usa davvero?
Nel Regno Unito, in Svezia e in Svizzera, diverse persone hanno già scelto il chip sottopelle per i pagamenti e l’accesso rapido a spazi di lavoro o mezzi pubblici. In Italia, Mattia Coffetti è stato uno dei primi a provare il chip: ha deciso di abbracciare la tecnologia per rendere la vita
quotidiana più semplice e con un tocco futuristico.


E il futuro?
Siamo ancora lontani dal vedere il microchip come una pratica comune. Tuttavia, l’idea di un mondo senza oggetti ingombranti come portafogli e chiavi attrae sempre più persone. Chi lo sa, magari tra qualche anno questi microchip saranno diffusi quanto gli smartphone!
Per ora, siamo ancora liberi di scegliere: microchip o tasche piene?